Verizon batte Apple 49 a 17. Non è una partita ma il più grande deal mai realizzato nel mondo obbligazionario, tanto più significativo in quanto a seguito di un semestre in cui proprio questo mondo è stato attraversato da diverse inquietudini.
«Oggi si scrive una pagina di storia – commenta Rocco Bove, gestore obbligazionario di Kairos Partners – non solo per i numeri monstre che sono sul tavolo, ma anche perché al confronto con l’operazione di Verizon qualsiasi altra emissione impallidisce». Quella di Apple, appunto, che solo qualche mese fa aveva messo sul piatto 17 miliardi di dollari, ma il confronto appare improponibile anche con i collocamenti degli Stati; basti pensare, a tal proposito, che a luglio lo Stato Italiano ha collocato un miliardo e mezzo di obbligazioni trentennali, considerandolo un successo… Niente a che vedere con quanto sta facendo in queste ore il colosso statunitense delle comunicazioni, motivato dalla necessità di fare cassa per finanziare l’acquisizione della quota di Vodafone in Verizon Wireless.
A ciò si aggiunga che per il momento l’azienda parrebbe optare per un’emissione solo in Dollari, “dettaglio” che lascia intuire una buona accoglienza da parte del mercato. Non solo. «Guardando la distribuzione delle tranche sulle diverse scadenze impressiona constatare che sono 15 i miliardi collocati con scadenza trentennale. La size dell’operazione – continua Bove – è talmente grande da avere un impatto diretto sull’andamento dei treasury sulla scia del gioco dell’hedging sui tassi. La good news, dunque, è che esistono ancora ampi margini di interesse e profittabilità nell’ambito di un mercato che, nonostante il tapering della Fed, il rialzo dei tassi e la sofferenza che ha caratterizzato il settore, è in grado di presentare ancora numeri da record».