La Germania è, più o meno, il solito treno in corsa. Gli emergenti, invece, deludono. E la delusione è tanto più amara quanto più erano alte le aspettative. Ne parla David Grazzini, gestore del fondo KIS Small Cap di Kairos Partners di ritorno da un recente viaggio che ha toccato diversi paesi europei e durante il quale ha potuto ascoltare e confrontarsi con gestori locali, top manager di grandi società e investitori. «Uno dei grandi temi di dibattito in ambito finanziario è quello relativo ai Brics: rappresentano infatti una delusione pressocchè unanime in almeno tre casi su quattro. Il trend è addirittura peggiore rispetto alle aspettative e per una Cina che continua a dare qualche soddisfazione, c’è un Brasile che zoppica. Per partecipare all’economia del Paese – prosegue Grazzini – occorre infatti avere base locale, ma solo la svalutazione della moneta potrebbe essere utile per attrarre ancora investimenti stranieri».
Scenario ben differente quello che si trova recandosi in Germania, che anche in questi tempi difficili si conferma la locomotiva del Continente. «Qui la produzione non si è fermata, anzi. Faccio un esempio relativo al mercato dei carrelli elevatori, sintomatico dell’andamento della produzione industriale: in un clima attendista per le elezioni, ordini in calo del 10% per i primi nove mesi del 2013. Trionfo della Cancelliera Merkel… e ordini in significativa ripartenza».
Singole storie da scegliere con attenzione, dunque, secondo un approccio bottom up che indaga in maniera molto approfondita la singola realtà oggetto di investimento. «Non a caso la strategia di stock picking, ovvero di scelta dei titoli da inserire nei portafogli, sulla Sicav Small Cap ha funzionato particolarmente bene anche in questo inizio anno tumultuoso per le borse. Cosa aspettarsi per il 2014? Una generazione di ritorni interessante così come è stato fino ad ora, visto che il Fondo ha chiuso il 2013 con una performance pari a +6,5%».