Gestioni, prodotti, progetti, risultati ma anche un interessante e sfaccettato quadro degli scenari economici e geopolitici globali: l’annuale convegno “Scenari e proposte di investimento” di Kairos, tenutosi a Milano il 26 gennaio, è stato anche quest’anno l’occasione per tracciare il punto sul 2014 da poco chiuso e discutere del futuro con uno dei nomi di riferimento del dibattito economico e finanziario internazionale. Sul palco con il presidente e amministratore delegato del Gruppo, Paolo Basilico è salito infatti Robert J.Shiller, Premio Nobel per l’Economia nel 2013 e Sterling Professor presso l’Università di Yale, che ha presentato la sua visione davanti a una platea composta da personalità di primo piano del mondo dell’economia e delle professioni.
In un botta e risposta guidato proprio da Basilico, Shiller ha evidenziato la sua sostanziale fiducia nell’Europa, «anche se – ha precisato – ci vorrà del tempo perché gli effetti del Qe recentemente annunciato da Draghi si propaghino all’economia reale». Ottimista anche sull’Italia, ha poi espresso la sua preoccupazione per i tassi di interesse che considera troppo bassi, soprattutto a lungo termine e ha auspicato la realizzazione di riforme strutturali importanti.
Questi sono solo alcuni tra i tanti argomenti che il Premio Nobel ha trattato in coda agli interventi degli altri protagonisti della serata. In particolare di Fabio Bariletti, Direttore generale di Kairos, che ha focalizzato le aspettative di un 2015 sui generis «rispetto agli anni che abbiamo vissuto dal 2008 a oggi: consapevoli dell’importanza di sapersi muovere tra asset class differenti, abbiamo creato un nuovo fondo, KIS Real Return, che risponde proprio all’esigenza di diversificazione dello strumento dei bond. Con questo fondo ci avvaliamo di azioni, obbligazioni e valute, facendo tesoro di tutta l’esperienza di Kairos».
Sulla stessa lunghezza d’onda Guido Brera, Responsabile Gestioni Collettive di Kairos, che dal canto suo ha evidenziato come si stia assistendo una fase sostanzialmente nuova: «La grande monetizzazione non ha prodotto una crescita significativa, bensì una svalutazione competitiva che ha l’effetto di mutare gli equilibri della geopolitica. La grande massa di liquidità potrebbe pertanto finire in azioni, così come è successo in Giappone e Stati Uniti e ci si attende possa accadere in Europa nel 2015».
La parola è poi passata ad Alessandro Fugnoli, Strategist del Gruppo e autore dell’apprezzatissima newsletter “Il Rosso e il Nero” che come sempre ha proposto un interessante punto di vista invitando i clienti a distinguere tra impressioni oggettive e dati soggettivi. «I numeri ci dicono che non siamo più in crisi – ha argomentato – ma il punto è quanto abbiamo pagato caro in termini di debito pubblico il prezzo per uscirne…».