Oltre a essere co-fondatore, azionista di minoranza e CIO di Kairos Partners SGR, Guido Maria Brera è un apprezzato scrittore e autore di fiction televisive. Grazie a una sensibilità particolare che spesso gli consente di vedere più lontano degli altri. Anche negli investimenti.
Intervista di Andrea Cabrini, direttore di Class CNBC
Domanda. Sarà un Natale in zona rossa, ma nonostante tuttoi listini chiudono l’anno all’insegna dei record. Come è cambiato il vostro modo di investire nell’anno della pandemia? Risposta. È stato un anno difficilissimo. Quando si poserà tutta la polvere, si faranno i conti. Molte aziende purtroppo non ce la faranno; altre, invece, hanno guadagnato quote di mercato. Ci sarà da fare stock picking all’interno dei singoli settori e tra settori diversi. Oggi una cosa è sicura: per aiutare l’economia è stato fatto uno sforzo enorme, si sono stampati soldi in quantità e questi soldi produrranno ovviamente degli effetti, andranno a cercare rendimenti ovunque. Per questo dovremo essere molto bravi a identificare i prossimi trend.
D. Banche centrali e governi promettono un anno in cui nulla potrà andare storto per i mercati.È davvero così? R: Credo che le banche centrali abbiano dimostrato di non avere più cartucce. Non si può pensare a tassi ancora più negativi. La palla passerà finalmente alla politica. Ci sarà un’espansione dei budget, deficit più importanti, una politica fiscale molto più ampia. Di fronte a questo i mercati hanno ancora molto da dare. Benché i multipli siano già molto alti, le borse dovrebbero ancora fare bene, soprattutto alcuni settori.
D: Come entrate nel 2021? R: Ancora lunghi di azionario, ma da febbraio dovremo prendere delle decisioni. Io guardo gli stimoli fiscali e voglio vedere un cambio di atteggiamento politico. Da quel momento in poi dovremo capire bene le strategie da adottare.
D: I titoli ciclici sono risaliti per l’effetto vaccino. Hanno ancora spazio per recuperare nel 2021? R: Questo è uno dei nostri due temi fondamentali per il prossimo anno. Il primo è il recupero di tutta la parte degli asset reali e della parte ciclica del mercato, che ha risentito molto della pandemia. L’altro è il tema su cui si fonda la nuova Kairos: il green, che è trasversale e non riguarda solo la sostenibilità ambientale, è l’investimento per invertire la rotta in un mondo che sta andando dalla parte sbagliata. Se non cambieremo direzione, 3 gradi in più corrisponderanno a un Covid l’anno in termini di contrazione del pil.
D: Una sorpresa positiva e una negativa per il 2021. R: Non ho un singolo titolo, ma un’area geografica chiara: l’Italia. In questo momento ha la possibilità di recuperare. Il vero problema che ci dovremmo porre tutti è se il cash sarà ancora un’asset class o meno.
D: Si spieghi meglio. R: Con cash intendo anche l’obbligazionario, che ha fatto molta strada. In questo nuovo paradigma avremo pochissime possibilità d’investimento. Sarà obbligatorio stare sull’azionario e poi cercare degli asset ibridi tra debito e azionario, un po’ come i convertible un tempo. Questi sono gli strumenti su cui ci stiamo concentrando, una novità che lanceremo nei primi sei mesi del prossimo anno.
D: A proposito di Italia. Piazza Affari chiude l’anno in negativo. Dove cercare la riscossa nel 2021? R: Sull’Italia abbiamo un grande progetto di Massimo Trabattoni: un fondo Eltif che fa dialogare il quotato con il non quotato: comprerà sia debito che azioni delle pmi. Il problema del Paese è la mancanza di capitali, abbiamo un mare di aziende molto interessanti che hanno bisogno di andare sul mercato, e noi faremo da scivolo.
D: Dove porta la scelta sua, di Trabattoni e Bove di ricomprare parte della banca da Julius Baer? R: Vogliamo riportare Kairos a essere una delle migliori società di gestione in Europa e in realtà non abbiamo mai fatto bene come nel 2020 in termini di performance.
D: L’incertezza strategica di Julius Baer vi è costata un deflusso importante di masse. R: Non voglio mai vedere la parte più dolorosa, nel nostro business bisogna andare dritto. Prima di comprarci un pezzo di Kairos, ho chiesto a Julius Baer di investire. Ci hanno dato fiducia, abbiamo lanciato cinque fondi, abbiamo fatto molto bene. Anche se abbiamo perso masse, è stato uno dei migliori anni di sempre. Kairos è il salvadanaio di molti italiani, per questo credo che debba comunque rimanere sempre italiana, è la cosa che mi sta più a cuore.
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