«L’Italia ha davanti una sfida difficile, in cui la riforma del lavoro appare uno dei passaggi prioritari da affrontare. Per farcela, però, necessita certamente del sostegno della Bce». Così Federico Fubini, giornalista ed editorialista di “Repubblica”, ha concluso il suo intervento focalizzato sull’azione delle banche centrali, in particolare della BCE, rispetto alle dinamiche politiche ed economiche dell’Italia. Un intervento che è stato il cuore di un incontro tenutosi presso la nuova sede di Kairos in Via San Prospero, a Milano, il 17 novembre, in cui il giornalista ha approfondito la situazione dei diversi paesi del Continente, analizzando ciò che è avvenuto negli ultimi anni per arrivare al presente e al prossimo futuro. Grecia, Irlanda, ovviamente “molta Germania” nelle riflessioni di Fubini, ma anche la Spagna, «entrata ormai definitivamente nella zona di influenza tedesca in merito a diversi temi, soprattutto in virtù degli ingenti capitali tedeschi che stanno affluendo nella Penisola Iberica».
Una situazione oltremodo complessa, in cui il presidente della BCE Mario Draghi si sta muovendo secondo una strategia che Fubini chiama di «gestione delle aspettative dei molteplici attori in campo», in particolare per quanto riguarda la trattazione dei titoli di stato dei vari paesi. «Un Quantitative easing europeo – ha spiegato – richiede un consenso politico molto forte e all’interno del board della BCE resiste una minoranza molto agguerrita. Draghi dovrà essere molto abile in questa fase così delicata». Fubini ha sottolineato poi il fatto che dentro le istituzioni ci sono le persone e che queste sono mosse da motivazioni molto differenti: «Angela Merkel non intende passare alla storia come quella che ha portato allo sfacelo il progetto europeo».