Tanto rumore per nulla…o no? In lode del buon senso

3 Settembre 2024

A cura di Rocco Bove, Head of Fixed Income

Agosto è terminato e i mercati hanno in gran parte recuperato i livelli  precedenti al violento sell-off di inizio mese e del “lunedì nero” del Nikkei. Gli indici VIX e Crossover, che forse più di ogni altro rappresentano una vera e propria cartina tornasole per misurare la tensione sui mercati, sono rispettivamente tornati a 15 e 290. Quest’ultimo ha addirittura raggiunto livelli più stretti rispetto a fine luglio. La tentazione è quindi quella di derubricare l’intero episodio come il più classico dei temporali estivi, e in effetti, sotto molti aspetti questa interpretazione, per quanto inevitabilmente semplicistica, rappresenta una buona sintesi. Il mercato era arrivato lungo e compiacente, con numerosi trades e posizioni molto (troppo) sovraffollate, un’agostana mancanza di liquidità e un mix di dati deludenti. Et voilà, ecco servita una piccola grande tempesta perfetta.

Prima di archiviare tutto nei database per i tanti aficionados delle statistiche, vale la pena però spendere qualche minuto solo per notare come questi improvvisi crash del mercato ci sono sempre stati e ovviamente in momenti di scarsa liquidità tutto viene amplificato.

Nulla di nuovo sul fronte occidentale quindi, se non fosse che i volumi che sono mossi da algoritmi in maniera passiva continuano a crescere in maniera costante anno dopo anno e i tempi di elaborazione e reazione dei sistemi passivi diventano sempre più veloci: più volumi che si muovono a velocità sempre maggiore. È una constatazione, che di per sé è neutra e non vuol dire nulla in termini di scelte di mercato o di direzione, ma è un fattore che investitori e money manager devono tenere in considerazione non solo perché può generare corto circuiti come quello di qualche settimana fa, ma perché sempre di più guida ed influenza le dinamiche dei mercati.

La tecnologia è ovunque intorno a noi e viaggia a velocità esponenziale: i mercati non fanno eccezione e, anzi, è forse proprio sul settore dei financials, dell’entertainment digitale e della medicina che questa rivoluzione ha gli impatti maggiori.

Quando cerchiamo di comprendere questa nuova commistione, in cui causa ed effetto tendono a mescolarsi e confondersi, possiamo tracciare un parallelo, seppur estremamente semplificato, con l’evoluzione della guida e degli strumenti di supporto. Fino a vent’anni fa, per scegliere il miglior percorso, ci si affidava esclusivamente alle mappe stradali. Le varie opzioni di scelta, davanti alla cartina, si basavano sull’esperienza: quel know-how che nasceva dall’aver percorso lo stesso tragitto molte volte, conoscendo orari, deviazioni, alternative e rischi. Poi è arrivato il “TomTom”, che ha rapidamente soppiantato le mappe stradali, rendendole nel giro di qualche anno un ricordo obsoleto.

A parte qualche incidente “idiosincratico” – con auto finite impantanate o in corsi d’acqua, e qualche furgone o camper incastrato in viuzze troppo strette – la rivoluzione del navigatore è stata totale e rapidissima. Tuttavia, a ben guardare, in una prima fase si è trattato “solo” di sostituire le mappe cartacee con mappe digitali, capaci di sovrapporre la posizione del viaggiatore al tracciato. Una rivoluzione sì, ma senza modifiche strutturali nel processo e nelle sue dinamiche. In questa fase iniziale, quindi, l’esperienza ha continuato a giocare un ruolo determinante nelle varie scelte di percorso.

Da un certo momento in poi, i navigatori hanno iniziato a integrare anche il fattore traffico, fornendo indicazioni di percorso che tenevano conto della situazione dinamica della viabilità, dei lavori in corso e degli incidenti, sempre più in tempo reale. È qui che avviene il grande salto: lo strumento tecnologico non è più solo un supporto, ma diventa parte attiva del processo decisionale, fino a diventare esso stesso un driver di “eventi”, generando un loop non troppo dissimile da quelli che a volte vediamo nei mercati finanziari.

Immaginiamo, ad esempio, la segnalazione di un incidente in un punto della rete autostradale, con l’automatico ricalcolo e il consiglio aggiornato in tempo reale di un percorso alternativo. Se tutti i guidatori utilizzano diverse versioni dello stesso sistema di navigazione, l’effetto può diventare causa: il guidatore si trova a dover valutare se rischia di ritrovarsi in coda anche sul percorso alternativo, perché tutti gli altri stanno facendo la stessa cosa. Il fattore “navigazione assistita” entra quindi prepotentemente nel processo decisionale, condizionando di fatto il percorso stesso.

Pur con tutti i limiti e le inevitabili semplificazioni del caso, credo che oggi i mercati finanziari stiano attraversando una fase simile, in cui lo strumento tecnologico non è più un semplice supporto, ma diventa esso stesso parte integrante del processo, e quindi monitorato come uno dei fattori del nuovo ecosistema.

Ancora una volta, questa constatazione di per sé non ha una valenza intrinsecamente positiva o negativa, ma rappresenta piuttosto una presa d’atto di un fenomeno che sta rimodellando l’operatività sui mercati. Al momento, l’impatto è quasi esclusivamente tecnico, legato quindi ai “flussi”, ma in prospettiva la distinzione tra fattori tecnici e fondamentali tende ad affievolirsi, fino a scomparire e confondersi. Questo processo è ormai in fase avanzata e irreversibile, il che rende indispensabile integrare anche questi aspetti nell’analisi di mercato.

Un altro effetto collaterale delle dinamiche di navigazione assistita è la tendenza a seguire in modo dogmatico e inerziale le indicazioni, con il rischio di non riuscire più a riconoscere neppure le strade quotidiane se privati del supporto tecnologico. Senza voler rimpiangere nostalgicamente le mappe cartacee, appare però quanto mai opportuno, pur vivendo pienamente nel presente, mantenere vigile l’attenzione e, soprattutto, tenere vivo uno dei pochissimi strumenti tecnologici che fanno parte della nostra dotazione naturale: il buon senso. Questo costituisce forse l’unica, vera e ultima barriera alla totale automazione dei processi.

Scarica il PDF dell’ultimo numero di Pensieri in Libertà

IL NUOVO
MAGAZINE DIGITALE DI KAIROS
E’ ONLINE